Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/23

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l'indiscreta domanda 13

Mirabeau; ne voglio aggiungere ancora un altro, forse più significativo!

Sofia de Monnier era una donna moderna — o press’a poco — e come tale s’intende che il fascino dell’ingegno la facesse passar sopra alla diabolica bruttezza di Onorato Gabriele di Riquetti. Di più, aveva un marito di settant’anni, e ciò spiega una quantità di cose... Ipparchia, invece, della quale le voglio narrar l’avventura, era una fanciulla greca, e quantunque l’avessero educata come per farne un’etera — ella sa che in Grecia le etere erano le sole donne cui s’impartissero gli alti insegnamenti della filosofia — pure è maggiormente notevole che s’innamorasse di Crate, celebre filosofo cinico, il quale era poverissimo, gobbo ed orribile. La passione d’Ipparchia divampò così gagliarda, che ella volle lasciar tutto per vivere con costui, a dispetto di quanti la accusavano di pazzia, a dispetto dello stesso filosofo — che non doveva poi esser tanto cinico quanto pareva, se le mise sotto gli occhi la propria miseria e la propria infermità. Tutto fu inutile: Ipparchia rispose a lui, come ai parenti ansiosi di distoglierla da quell’amore, che non avrebbe mai potuto trovare un marito più bello d’un tal filosofo. Allora Crate, il quale non poteva sempre dimenticare i precetti della sua canina filosofia, la condusse nel Pecile, che era uno dei portici più frequentati d’Atene — come dire quelli della Galleria qui a Milano — e lì... ma io non farò come Sant’Agostino, che ricamò pepati commenti su quanto accadde lì tra quei due; farò piuttosto come fece un amico del cinico, traversando per caso il Pecile nel punto culminante dell’avventura: getterò sulla coppia un mantello...

E poi? Che cosa importa? Due, dieci, cento, mille eccezioni potranno infirmar mai la regola? E la regola è che, per l’opera di seduzione, le qualità fisiche esercitano un’azione più pronta e producono un risultato più decisivo delle morali virtù; che, per essere amati, è più importante, è necessario essere semplicemente belli, e giova meno possedere una grande bontà, un’anima ardente, un’intelligenza sovrana. Se