Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/65

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un'intenzione della duffredi 55

lo lasciò dire. Ma poteva ella cedere a quest’uomo? Dopo la triste esperienza, non doveva stare in guardia contro nuove cadute? Dopo che Aldobrandi le aveva corrotta l’anima, dopo che ella aveva tradito Paolo Arconti col visconte de Bienne, dopo che lo stesso Arconti l’aveva abbandonata, dopo che ella aveva presunto vendicarsi cedendo al principe di Lucrino, si sentiva ridotta a tale avvilimento, che aveva un solo bisogno: purificarsi con qualcosa di nobile, di alto, di immacolato. E se ciò era molto difficile, anzi, con altri uomini, impossibile, non doveva ella cogliere l’occasione insperata e conseguire questa specie di redenzione sentimentale per opera di Sartana, cioè di uno che l’aveva purissimamente amata da giovanetta, di uno che solo fra tutti poteva e doveva rispettarla in nome dell’innocenza del loro passato?... Dobbiamo dire che questo fosse un sofisma? Certo, se pur fu sofisma, Teresa non ne ebbe coscienza e restò sincera; la sua condotta posteriore lo provò. Il Sartana accettò d’esserle amico secreto, promise di non macchiare la santità del loro affetto e per un certo tempo mantenne la promessa; poi, naturalmente, la dimenticò ed insistette presso l’amica per indurla a ciò che era e doveva essere il naturale coronamento dell’amor loro; ma costei spinse a tal punto la resistenza e dimostrò d’essere stata tanto sincera mettendo il patto insostenibile, che fuggì dopo avergli diretta una romantica lettera d’addio e senza dirgli dove andava a nascondersi.

Fu questo uno dei migliori atti della sua vita, una delle prove che ella era degna di miglior sorte. Ho chiamato romantica quella lettera, ed ella che forse la rammenta, riconoscerà che merita d’esser chiamata così. Tutte le perverse e abominevoli creature che sono vissute nel male per istinto, per genio, dicono che la storia di Teresa Duffredi è la loro, presumono ottenere come lei indulgenza e perdono; ma esse non fuggono: si buttano alla testa delle persone, non sanno che cosa sono gli scrupoli, ignorano il senso della parola rimorso, non s’acquetano neanche con l’età, quando la loro carne è vizza, quando i loro capelli sono ca-