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Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/90

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80 gli amori


Ma se oggi gli uomini si comportano verso le donne con troppo mal garbo, giova sperare che un giorno le tratteranno come meritano, senza cortigianesca viltà e senza volgare arroganza.

O come mai, chiedo ora a me stesso, sono venuto dettando questo bellissimo squarcio di sociologia erotica? Ah, ecco: volevo dire che nell’amore, ai nostri giorni, si può vedere da parte degli uomini una tendenza a mutare l’ufficio assegnato ai sessi dalla natura. Le donne che devono naturalmente essere sollecitate, dovrebbero invece prendere l’iniziativa. Lo scrupolo di buona creanza del mio anonimo corrispondente, l’ostentata freddezza della gioventù moderna che fa così poche spese di galanteria e che affetta di non dar prezzo all’amore e di non sospirarlo, anzi di soffrirlo con una certa annoiata rassegnazione, sono veramente sinceri? È incredibile. Ciò che la natura ha voluto, niente potrà distruggerlo. Ma la natura ha voluto una cosa alla quale la ragione tenta di ribellarsi. Gli uomini respinti, non compresi dalle donne, pensano di reprimere il loro impulso. Stanchi di dover corteggiare, accavalcano una gamba sull’altra e aspettano che le signore vengano a corteggiarli. Una volta per uno non fa male a nessuno...

E il male è appunto questo: che spesso il giuoco riesce. Le donne hanno torto di lagnarsi d’un danno al quale esse medesime contribuiscono. Tra chi le supplica e chi finge di sdegnarle non scelgono esse lo sdegnoso? Per piegarlo, per convertirlo, per avvincerlo, non gli concedono ciò che negano al devoto della cui devozione vivono sicure? E allora si spiega la sentenza che Hans Ruthe dette una volta a un suo giovane amico.

Questo Ruthe è l’uomo più fortunato in amore ch’io abbia mai conosciuto: si chiama Hans e possiamo chiamarlo proprio Don Giovanni. La sua fortuna è meritata, perchè non solamente egli è molto avvenente, ma quanto piacevole è la sua persona altrettanto grande è il suo ingegno e — nonostante una certa affettazione di scetticismo — buono il suo cuore. Ma vi sono molti uomini che, pure avendo le sue doti, non possono