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254 un sogno

vavo l’imbarazzo presentito nell’immaginare di trovarmi con una sposa, avvertivo il pericolo di urtarla con qualche espressione od atteggiamento intempestivamente confidenziale.... Bisognava aspettare. Da un momento all’altro, naturalmente, per un incidente imprevedibile, per una parola, per quell’opera del caso di cui le avevo dimostrato l’importanza, i nostri rapporti si sarebbero mutati nel senso dei mio desiderio.

«Uscii nelle vie. Un sentimento di stupore mi occupava: ero a Parigi, dove avevo tanto sognato di andare, un giorno; e vi ero per un giorno, in sogno — poichè avevo, a tratti, la coscienza di sognare. Allo stupore s’aggiungeva l’imbarazzo, non sapendo da che parte rivolgermi, a qual mèta avviarmi. Ma superiore alla somma dell’imbarazzo e dello stupore era un altro sentimento, esagerato, di sogno: la vergogna di andare attorno, a quell’ora mattutina, con lo «smoking» serotino. Mi pareva che tutti i passanti mi guardassero curiosamente, che gli stessi gendarmi mi tenessero d’occhio, insospettiti. Come avrei fatto se mi avessero fermato e chiesto le mie carte? Ah, ecco: mi sarei fatto condurre all’ambascia-