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310 | la bella morte |
IV.
Era difficile mantenersi in equilibrio, sulla coperta: il ponte mancava sotto i piedi, e la raffica urlante fra le soprastrutture faceva impeto contro le persone. I due ufficiali, curvi per resistere alla furia del vento, spruzzati dalla spuma che volava per il ponte, si diressero a prora. Giunti in prossimità della plancia, Barbarini disse al subordinato:
— Vada sul castello. Pare che le rizze abbiano ceduto. Se ne assicuri e provveda.
E salì sul palco del comando.
Luigi Carleoni, corso al castello, vi trovò una dozzina di gabbieri già raccolti dal primo nostromo e intenti a rivestirsi dei cappotti impermeabili. Col crescere del mare le áncore avevano cominciato a soffrire, infatti: il comandante, avvertito dall’ufficiale di guardia, aveva lasciato la sua mensa solitaria, e dalla plancia, mandato a chiamare il secondo, aveva impartito le prime disposizioni.
— Passiamo le rizze in cavo al ceppo ed