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voi studiate il cuore degli uomini: a che serve l’arte vostra se non vi fece antivedere tutte queste cose?

Il giudice aveva parlato molto severamente. Roberto Vérod taceva, a capo basso.

— Ma torniamo a ciò che preme per il momento. Non m’avete detto che la vedeste la vigilia della morte?

— Sì, nel pomeriggio.

— Da lei?

— Sì.

— Che cosa le diceste?... Parlaste del vostro amore?...

Vedendo che il Vérod esitava a rispondere, il magistrato insistè:

— Bisogna, ripeto, che siate sincero. Il fatto che pare meno importante, una parola, un niente possono metterci sulla strada della verità. Se la passione vi spinge a far punire un assassinio, la coscienza deve rammentarvi che la giustizia non conosce passioni. Le parlaste del vostro amore?

— Sì.

E Roberto Vérod tremava.

L’ultimo suo colloquio con l’amica, il più appassionato, il più intimo, quel colloquio dopo il quale egli aveva sperato con nuovo fervore, era per lui la massima prova contro gli assassini: poteva forse pensare alla morte la donna che lo aveva lasciato parlare d’un migliore avvenire? Ma egli