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252 spasimo

— Perchè non lo diceste prima? Perchè esitaste, in principio?

— Perchè non sapevo ancora, perchè non avevo ancora bene pensato. Perchè voi non credevate al delitto e tutti i miei sforzi erano diretti a negare il suicidio.

— Dunque quest’uomo non solamente avrebbe ucciso, ma spingerebbe l’infamia sino a lasciar condannare una innocente?

— Ve ne stupite? Non deve egli esserne giubilante?

— Ne avete un’idea orribile! Capisco che l’odio v’accechi, ma non sono già cieco io. Quest’uomo non è tanto perverso quanto voi credete. Nella sua vita vi sono atti di valore. Il suo contegno dinanzi al cadavere e nei primi giorni della prigionia non è stato di giubilo.

— Nei primi giorni. E negli altri?

A quella domanda il giudice pensò un poco prima di rispondere.

Era vero. Prestato fede sul momento alla confessione della nihilista, il dubbio aveva subito ricominciato ad occuparlo. Se colei si sacrificava? Che valore dare alla sua confessione e alla conferma del principe?... Egli aveva pertanto ricominciato a interrogarli, separatamente, insieme; ma entrambi erano rimasti fermi nelle loro dichiarazioni. Paragonandole, egli vi aveva scoperto qualche contraddizione; mentre la Natzichev asse-