Pagina:De Roberto - Spasimo.djvu/35

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le prime indagini 23

Alpi giganti, la rigidezza quasi ingrata di quel protestantesimo che escluse un tempo da Ginevra la musica come arte troppo voluttuosa, si ridestarono dopo i primi ardimenti; e la scapataggine un poco voluta del giovane poeta diè luogo alla rettitudine inflessibile dell’uomo maturo.

Contro i personaggi del dramma d’Ouchy, che gli fu narrato dal giudice di pace ai Cyclamens, dove subito accorse alla chiamata, il Ferpierre si sentiva pertanto animato da una secreta diffidenza. Certo la morta gl’ispirava molta pietà; ma se ella stessa aveva voluto uscir di vita, il biasimo contrastava al compatimento. Il legame che l’aveva unita con il principe Zakunine era del resto fuor della legge. L’amicizia tra lei ed il Vérod ne restava contaminata. Senza ancora aver visto l’accusatore, udendone soltanto il nome, il magistrato credè di riconoscere in lui Roberto Vérod, lo scrittore ginevrino che viveva da molti anni a Parigi, di dove diffondeva per il mondo libri pieni d’amari insegnamenti. Anzi, se non s’ingannava, costui gli doveva essere noto più intimamente; perchè, quindici anni addietro, il Vérod entrava nella facoltà di lettere dell’Università di Ginevra, mentre egli stesso vi faceva il penultimo corso degli studii legali, e un circolo di studenti li aveva accolti entrambi durante due anni. Ora perchè mai il giovane vedeva nella morte della contessa un assassinio e presumeva vendicarlo, se non perchè era stato rivale del principe e amante