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vi. «il conte di carmagnola» 183

una truppa d’avventurieri che lo invita a seguirlo: egli lascia la greggia, diventa soldato, le sue qualità lo distinguono subito. Il suo capitano è Pergola; questi ha fiutato l’ingegno di Carmagnola, lo mette sotto la sua protezione, lo fa progredire. Di protetto egli diventa poco a poco protettore, anch’egli capitano di ventura, ha un esercito a cui comandare. La sua ambizione ha già raggiunto un grado di attuazione. Avea aspirazioni, ora ha la potenza. Mette la sua spada al servizio di Filippo Visconti, conquista Milano, regala a Filippo la corona, sposa la figlia di lui. Fin qui la sua vita è ascendente, perché sapete che l’uomo sale sino a un certo punto, dopo il quale è la china. E viene la china nella vita di Carmagnola: egli è costretto a lasciare Milano, va a Venezia dove succede la sua catastrofe.

E quali sono le ragioni della decadenza? Le stesse qualità che lo hanno fatto salire. Finché ha avuto uno scopo a cui tendere, e per mezzo i soldati e le battaglie, egli è rimasto nel suo ambiente. Ma eccolo ora suddito di Filippo Visconti, sposo della figlia di lui, circondato da cortigiani invidiosi che gli tessono insidie, a lui, avvezzo a sciogliere i nodi con la spada, inconscio degl’intrighi di corte. Filippo Visconti non lo guarda più come strumento utile, anzi non più utile, pericoloso.

Un uomo volgare a quel posto sarebbe stato contento, egli no; vi si sente morire, è fuori del suo campo di azione, la sua attività febbrile è rimasta senza scopo. Egli dà ombra al suo signore, se ne avvede, domanda un’udienza. Filippo Visconti gliela nega, e Carmagnola lo abbandona, va come Annibale cercando nemici al Duca, la vendetta diviene il suo stimolo. L’attitudine del comando, l’indole irrequieta, la sete delle battaglie lo han reso grande, ora lo mettono in rovina.

Venezia prepara guerra al Visconti, egli va ad offrirle la sua spada. Colà trova un’oligarchia sospettosa, un Senato che vuol comandar anche nelle cose di guerra, che si permette mandargli de’ Commissarii — oggi diremmo delle spie — , di dirgli: — Devi far questo o quello — . Carmagnola, avvezzo a comandare, guerriero, si trova di fronte borghesi pieni di menzogne, consci della loro debolezza, i quali cercano vincere non per forza ma per