Pagina:De Sanctis, Francesco – Alessandro Manzoni, 1962 – BEIC 1798377.djvu/190

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arte. Carmagnola, perché ha quelle qualità che lo condussero in alto, deve morire. Un uomo mediocre sarebbe caduto nella trappola? No; ma egli sa che si sospetta di lui, gli amici ne lo avvertono; eppure quando è chiamato dal Senato, va a Venezia. All’ultimo dice: — Fui uno stolto— . È la stoltezza d’un’anima generosa.

Manzoni non ha veduto che cosa rende interessante questa vita, la quale è simile alla vita di Napoleone: quelle stesse qualità che condussero Napoleone in alto, gli fanno girare il cervello e lo spingono alla mina. Manzoni non s’innalza fino a quell’altezza ed ampiezza, avea ancora i pregiudizi classici. Ma se vi fosse giunto che dramma avrebbe fatto, e senza i lunghi discorsi! In questo dramma il punto di partenza sarebbe simile a quello del Wallenstein di Schiller: Wallenstein è il personaggio storico che più si accosta al Carmagnola. Vedreste quest’uomo entrare in iscena quando è all’epoca della sua potenza, circondato di amici e ammiratori e seguaci devoti: egli regala una corona a Filippo Visconti, è promesso sposo della figlia di lui. Magnifica entrata! E ci trovereste non solo la vita di Carmagnola, ma tutta la vita italiana, quando gli si mettessero accanto Pergola, Piccinino, tutti que’ capitani di ventura che egli avea vinti, la figlia di Filippo e lo stesso Filippo, que’ cortigiani e que’ soldati. Cosí avreste en raccourci, in abbozzo tutta la vita italiana di quel tempo. In questo modo avremmo avuto un Wallenstein, uno di que’ drammi come li sapeva concepire Shakespeare, un Macbeth, un Re Lear.

La decadenza del Conte proviene non dal perché egli siasi mutato, ma perché si è mutata la situazione ed egli è rimasto lo stesso. E per seconda parte del dramma concepito in questo modo, avremmo tutto ciò che avviene a Milano, vedremmo il leone che si dibatte tra i lacci che gli tendono i cortigiani, e si rode nell’inerzia, di fronte a quel sospettoso Filippo Visconti: qui ci è tutto un soggetto di tragedia. Nella terza parte Carmagnola sarebbe a Venezia, ove egli non è mutato; il suo carattere non muta, invece s’inasprisce; e infine giunge alla catastrofe. In questo modo avremmo innanzi tutta la vita di una grande