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Lezione X

[«LA MORALE CATTOLICA» E I «PROMESSI SPOSI»]

Abbiam notato nel Manzoni due forze: il sentimento vivo d’un mondo ideale o poetico, e il senso del positivo, dello storico; — forze rimaste finora inconciliate, l’una divisa dall’altra, l’una fuori dell’altra. Come critico, Manzoni cerca conciliarle facendo dell’una l’istrumento dell’altra, facendo del mondo ideale un mezzo per illustrare il mondo storico e positivo.

Ma l’artista s’è ribellato al critico, l’ideale è stato più potente di lui, non ha voluto penetrare in quel mondo positivo, non ha voluto diventar dramma, azione, acquistare un processo, e uno sviluppo. L’ideale ha fatto stacco, è rimasto lirico, quando il poeta volea renderlo drammatico: è rimasto inno, coro, è rimasto il canto della morte.

Ebbene, Manzoni ora lascia il dramma, prende il romanzo e studia la storia del secolo XVII. Quali sono le sue idee? Le stesse di quelle con le quali ha fatto gl’Inni e la tragedia storica. Che cosa vuole egli fare? Vuol rendere drammatico il suo mondo ideale e poetico e, inoltre, vuol raggiungere un altro scopo: servirsi di questo ideale per illustrare il secolo XVII.

Noi, dunque, per vedere ora come Manzoni studia e congegna il suo romanzo, dobbiamo esaminare anzitutto quel mondo ideale, poetico, che vuol rendere drammatico nel romanzo, e poi vedere come l’ha calato nel mondo positivo del secolo XVII. Qual è il mondo ideale o poetico che vuol rappresentare ne’ Promessi Sposi? Abbiamo un dato positivo per vederlo. È