Pagina:De Sanctis, Francesco – Alessandro Manzoni, 1962 – BEIC 1798377.djvu/266

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il fiume; c’è un ponte al luogo che segna il passaggio fra il fiume e il lago. Questa è un’osservazione speciale, fatta da uno che sta sul luogo: uno scrittore dozzinale, vedendo il ponte, si sarebbe distratto, avrebbe cercato di rappresentare il ponte, i villaggi sparsi per le rive, le proprie impressioni, ecc. Manzoni invece è quasi un naturalista che vuol mettervi innanzi, non solo, ma spiegarvi quel fatto. Il suo occhio osserva senza alcuna intenzione poetica, e segue così: c’è la poesia, ma quando si presenta da sé. L’autore non deve cercarla e ficcarla nella descrizione per forza, deve descrivere col sentimento dello storico, deve essere come uno specchio per dare l’idea di ciò che in esso si riflette, e se nel luogo descritto si presenta un momento estetico, è il benvenuto.

In questa descrizione i particolari topografici sono tanti che vi costringono a leggere due volte lo stesso periodo per comprendere bene la figura, e non vi lasciano campo per cercare l’effetto estetico. Viene però il momento per questo; e vedremo come fa allora l’autore.

Le descrizioni italiane in generale, difficilmente si tengono a memoria. Per esempio quelle di Annibal Caro, nelle sue Lettere e nella traduzione di Longo Sofista, e le descrizioni del Bartoli, dopo averle lette tre o quattro volte, vi lasciano l’idea del luogo descritto? No, per quelle generalità poetiche di cui vi ho detto, perché i contorni sono appena abbozzati e non potete farvene l’immagine. Questa, letta un par di volte con attenzione, non si può dimenticare più perché ci è l’osservazione e la compiuta realtà dei luoghi, non solo, ma anche perché colui il quale osserva, volendo rendersene conto, comprende e segue il cammino della natura. Nella descrizione c’è un disegno: l’autore dopo le prime impressioni c’è tornato su e le ha ordinate.

Il lago a un punto dov’è il ponte divien fiume; come si allargano le rive, l’acqua si allarga e torna il lago. Tutto ciò Manzoni lo dice e lo spiega, aggiungendo perché si allarga l’acqua, perché forma il fiume, perché torna ad essere lago. La riviera è formata da tre torrenti, e per darvene l’idea, si parla