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xv. don abbondio 299

il mondo malvagio rappresentato dall’Innominato e da don Rodrigo. — La fine artistica del romanzo è che questi gruppi si armonizzino, e la contraddizione cessi, risolvendosi nel mondo armonico della morale e dell’arte, perché il fondo del romanzo è la perfetta armonia morale ed artistica. E la soluzione de’ due gruppi, comico e malvagio, avviene in un uomo rappresentante il mondo morale e religioso, e ch’è il cardinale Federigo Borromeo: e dalla parte dell’Innominato avviene la vittoria dell’ottimo sul cattivo, e dall’altra parte si ha la vittoria della caritá che agisce, della bontà efficace che consiste nel fare il bene, contro la bontà negativa che consiste nel non far male. — Questo è oggetto di due scene, una fra il Borromeo e l’Innominato, l’altra fra il Borromeo e don Abbondio.

Per compiere dunque il pensiero artistico del romanzo ci rimane ad esaminate queste due scene.

        [Ne L’Era Novella, 30 maggio-1 giugno 1872].