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xxxii. gli ultimi «dialoghi» 243

midabile coesione e consistenza d’idee. Come filosofo, gli manca sufficienza di studi, esattezza di analisi e altezza di sguardo. Pure è in lui un vigor logico, di cui in Italia è raro l’esempio, e spesso non sai come cavarti da quella stretta. La sua infinita erudizione e l’educazione del suo spirito, classica e antica, ricoprono di una cert’aria pedantesca la sua originalità.

Un serio valore filosofico non hanno i suoi scritti in prosa. E quanto a’ dialoghi, se qua e là possiamo notare potenza d’invenzione e fecondità di posizioni, cavate dallo stesso fondo d’idee, la sterilità dello sviluppo e il difetto di genialità comica toglie ch’essi sieno perfetta opera di arte.

Il Tristano ci annunzia un Leopardi già da un pezzo mescolato tra gli uomini, in ambiente vivo e moderno. Di questo nuovo Leopardi è tempo che noi ci occupiamo.