Pagina:De Sanctis, Francesco – Giacomo Leopardi, 1961 – BEIC 1800379.djvu/280

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274 giacomo leopardi

d’uomo, dalla quale si tengono alieni il passero ed il poeta. Questa inclinazione alla solitudine nella festa universale è rappresentata non come uno stato eccezionale e morboso, ma come uno stato di natura, non si sa come o perché, come un «costume». Perciò questa rappresentazione è accompagnata con un sentimento pacato, pieno di ingenuità e non privo di grazia. Tutta questa materia è ordita e disciplinata dalla riflessione, che segue in tutto il cammino quel paragone tra l’uomo e l’uccello, e aguzzando scopre all’ultimo la differenza tra il «costume» dell’uccello, frutto di natura, e la «voglia» dell’uomo, seguita da pentimento. Non è impossibile che questa differenza un po’ raffinata sia una coda appiccicata dal poeta più tardi, e che la poesia in origine fosse solo una rassomiglianza tra il poeta e il passero, presso a poco come nel famoso sonetto petrarchesco del rosignuolo.

La stessa intonazione è negli altri due idillii. Nel Passero il poeta gitta uno sguardo malinconico e pentito sulla sua giovinezza trascorsa in solitaria contemplazione, e per maggior crucio l’immaginazione gli rappresenta la gioia e la festa di quella età. Nel Sabato del villaggio è lo stesso concetto guardato con maggiore serenità e da un punto di vista affatto impersonale. Il poeta non rappresenta direttamente la giovinezza, la quale vien fuori come un termine di paragone. La materia è il sabato, che precorre al giorno festivo, e dove è già presentita, desiderata e pregustata la festa. La giovinezza è il sabato della vita umana.

La descrizione di questo sabato è una delle più leggiadre e care fantasie della musa italiana. È un quadretto di genere, a guisa fiamminga, dove tutto è realtà e tutto è ideale. Non so come a nessun pittore sia venuto in mente di rappresentare questa scena: una piazzuola dove i fanciulli gridano, saltano; la donzelletta che arriva col suo fascio sulle spalle e col mazzolino di rose in mano; la vecchierella che fila e ricorda la sua gioventù e il zappatore che giunge fischiando. Anche gli effetti di ombra e di luce, con quella luna recente, che biancheggia le case, sono ben colti. Il tutto è rappresentato con ingenua semplicità, piena di grazia, conforme alla natura di quella buona gente, inconscia