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scienza dell'essere | 187 |
cominciante, e rapporto all’essere o passante nell’essere, il morire. Ambi lo stesso: ciascuno è se stesso e il suo opposto, non l’uno estrinseco all’altro; ma ciascuno toglie sé in se stesso, ed è in se stesso l’opposto di se stesso. Essere e niente non sono più astratti; ma qui nascere e morire.
Nel diventare l’essere e il niente sono unità e differenza: contraddizione che si dee togliere. Il loro sparire è perciò lo sparire del diventare (della contraddizione). Il diventare è una vaga inquietudine, che cade in un calmo risultato. Questo risultato, l’essere sparente, non è il puro niente, un semplice ritorno all’astratto, ma risultato dell’essere e del niente: unità di essi divenuta calma semplicità: essere non più astratto, ma determinazione del tutto — esistere.
Essere e niente non sono più nascere e morire, ma unità essente — esistere.
Nota. Il toglimento, o l’idealità, ha il doppio senso di conservare e terminare (aufheben). La differenza tolta non diventa niente. Il niente è l’immediato: il tolto è un mediato, un non essente, ma come risultato uscito dall’essere: esso dunque ha ancora in sé la determinazione.
Capitolo II
ESISTERE
Esistere come tale.
Qualcosa e Altro, il finito.
Il qualitativo infinito.
quadro v: esistere come tale)
Semplice essere uno dell’essere e del niente — forma dell’immediato. La sua mediazione, il diventare, si è tolta, e