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essenza | 253 |
b)
IL SUSSISTERE DELLA COSA NELLA MATERIA
La cosa è passata nella proprietà; la proprietà nella materia, essendo la proprietà l’essenziale e il vero sostanziale della cosa: onde la necessità del suo passaggio a sostanziale materia. La luce, l’elettricismo, il magnetismo, il calorico ecc. si sogliono anche nominar cose, quantunque esse non sieno che parti sostanziali delle cose o mezze cose. Del resto cose e materie sono ambe, esistenti. La materia è la proprietà in sé riflessa o l’estrinsechezza identica con sé. Ma questa identità è solo una parte di tutta la riflessione; cioè il toglimento della differenza, e la continuità della proprietà nella sua esistenza per altro con se stessa. La Cosa come il negativo della riflessione, è l’inessenziale. Ma i) la continuità della proprietà nell’essere altro contiene il momento del negativo, e la sua sostanzialità come negativa unità è il qualcosa o 1 ’ Uno della Cosa: la negativa sostanzialità rispetto alla positiva della materia. 2) La Cosa in sé è l’astratta semplice Identità, negativa esistenza determinata come l’Indeterminato; ma passando nella proprietà essa si distingue dalle altre; ma in quanto si continua con le altre, toglie la sua differenza e ritorna in sé — determinata come determinata o la tal cosa. 3) Ma questo ritorno in sé è inessenziale; il suo sussistere continuo con sé produce la sostanziale materia, in cui la differenza della Cosa è tolta ed è un estrinseco.
La proprietà è non solo estrinseca determinazione, ma esistenza in sé essente. Questa unità della estrinsechezza e della essenzialità, come riflessione in sé e nell’altro, si scaccia da sé, ed è 1) determinazione come semplice identico sostanziale rapportantesi su di sé, in cui la negativa unità, l’uno della cosa, è un tolto — la materia; 2) determinazione rispetto all’altro.