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306 nota

mandargli alcuni appunti sui particolari del periodo giovanile vissuto insieme a Napoli1.

Poiché egli contemporaneamente attendeva ai suoi studi letterari (nel 1883 si dedicò alla raccolta dei suoi articoli e delle lezioni sul Leopardi), non poté portare a termine le memorie che rimasero interrotte, per la morte sopravvenuta, al 1844. In una lettera inviata al De Meis, il 6 ottobre del 1883, e cioè poco tempo prima della sua fine, si legge: «Io sono ridotto che non posso fare una visita, non parlare in pubblico, non troppo scrivere, non troppo occuparmi. E se non fosse la mia cara nipote, sarebbe una disperazione. Ma lei fu il mio angiolo durante la malattia agli occhi: perché potei a mio agio dettarle le mie Memorie; e sono giunto sino al 1844. Quanto altro mi rimane! quante volte debbo parlare di te, di cui ho già parlato due volte. Mi sono ricordato il tuo giocatore, altro che quello di Gemisto! ed ho fatto l’analisi della scuola in que’ momenti entusiastici. Ora sto compiendo il mio Leopardi, e mi è accanto sempre lei, che mi aiuta nelle letture, nella raccolta de’ materiali, nello scrivere» 2.

Il manoscritto, rimasto incompiuto, fu affidato dalla signora Marietta Testa, vedova del De Sanctis, a Pasquale Villari3, il quale lo pubblicò quasi per intero — salvo l’ultimo capoverso del cap. I 4 — nel 1889 presso l’editore Morano di Napoli. Poiché dopo questa prima edizione non si poté più reperire il manoscritto integrale, al Villari si richiamarono tutte le edizioni successive della Giovinezza, fra cui, in particolare, quella del Cortese che vi apportò alcune lievi modifiche5. Ma nel 1958 Gennaro Savarese annunciò sul «Giornale storico della letteratura italiana»6 la scoperta di alcune pagine del manoscritto, corrispondenti ai primi dieci capitoli, e, curando la recente edizione del frammento autobiografico per le


  1. In Carteggio cit., p. 14.
  2. Carteggio cit.
  3. Si veda la lettera della vedova De Sanctis in appendice all’edizione Villari (Napoli, Morano, 1889, pp. 375-78).
  4. Si veda la Nota al testo dell’edizione a cura di G. Savarese (F. De Sanctis, La giovinezza. Memorie postume seguite da testimonianze biografiche di amici e discepoli, «Opere di F. De Sanctis», vol. I, Torino, Einaudi, 1961), p. XLIV.
  5. Memorie e scritti giovanili cit., vol. I, p. 328. All’edizione Cortese si rifecero poi, sino al Savarese, gli editori successivi, i quali in vero si curarono meno della critica del testo che del commento e dell’illustrazione delle memorie desanctisiane.
  6. II manoscritto della «Giovinezza» di F. De Sanctis, in «Giornale storico della letteratura italiana», vol. CXXXV, 1958, pp. 392-403.