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i40 la poesia cavalleresca
     Orlando non risponde altro a quel detto,
Se non che con furor tira d’un piede,
E giunge a punto l’asino nel petto
Con quella forza che tutt’altre eccede;
Ed alto il leva si, ch’uno augelletto
Che voli in aria sembra a chi lo vede:
Quel va a cadere alla cima d’un colle,
Ch’un miglio oltre la valle il giogo estolle.

Nel tempo stesso c’è la caricatura dell’intelletto. Incontra Angelica, non la riconosce, ma se n’invoglia e le corre addosso; Angelica si mette l’anello in bocca e cade di cavallo. Orlando corre appresso alla giumenta:

Giá giá la tocca ed ecco l’ha nel crine,
Indi nel freno, e la ritiene al fine.

Comincia a carezzar la giumenta come Angelica, la fa camminare senza posa o pranzo. La giumenta si spalla. Orlando se la reca in ispalla; poi se ne scarica e le dice: — Cammina! — , e non camminando essa, le attacca il freno al piede e se la trascina dietro. Si gitta nello stretto di Gibilterra a cavallo: il cavallo muore ed Orlando giunge a nuoto in Africa, dove trova l’esercito accampato a Biserta. È riconosciuto dai baroni, fra i quali era Astolfo che doveva rinsavirlo. Ma bisognava chiapparlo. I cavalieri erranti si sforzano d’afferrarlo; ed Orlando ne concia male parecchi; si trascina dietro tutta quella gente, finché non l’affunino e lo atterrino, gli chiudano la bocca e gli approssimino l’ampolla al naso; e così rinsavisce.

Succede la riabilitazione d’Orlando. Conquista Biserta, uccide Agramante, mostra il suo amore per Brandimarte e sparisce dalla scena. È il tipo del cavaliere errante. Rodomonte è il tipo di tutte le stravaganze del cavaliere errante.