Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/209

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204 frammenti letterari

vita cosí fatta pare un’assurditá, pure è lá, fresca, giovane, vivace, armonica, e t’investe e ti trascina. Il povero Metastasio, inconscio del grande miracolo, si difendeva con Aristotile e con Orazio, e disputava della tragedia e delle unitá e delle regole drammatiche; alle vecchie critiche si aggiunsero le nuove, e censurarono il suo mondo poetico come convenzionale ed incoerente. Ma esso è lá, nella sua giovinezza immortale, e gli basta rispondere: — Io vivo. — E se l’estetica non l’intende, tantopeggio per l’estetica.

Metastasio avea tutte le qualitá a produrre quella vita. Brav’uomo, buon cristiano, nel suo mondo interiore ci erano tutte le virtú, ma in quel modo tradizionale e abituale ch’era possibile allora, senza frode, senza energia, senza elevatezza di animo, perciò senza musica e senza poesia. Cosi erano Vico e Muratori, bonissima gente, ma privi di quella fiamma interiore, dove si scalda il genio del filosofo e del poeta. Erano personaggi idillici, veneranda immagine di una societá tranquilla e prosaica. Vico agitava i piú grandi problemi sociali con la calma di un erudito. Ci era un non so che di nuovo nel loro spirito, che metteva in moto il cervello, e finiva 11, e non penetrava nel carattere, rimasto arcadico e idillico. Si comprende come la poesia si cercasse in quel tempo fuori della societá, nell’etá dell’oro e nella vita pastorale. Ma nessuno può fuggire alla vita che lo circonda. Patria, religione, amore, onore, libertá operavano in quella vita campestre, come in quella societá pacifica e contenta, con perfetto riposo ed equilibrio dell’anima. Metastasio che cercava la tragedia con la testa, era per il carattere un arcade, tutto Nice e Tirsi, tutto sospiri e tenerezze. Da questa natura idillica poteva uscire l’elegia, non la tragedia. Aveva come il Tasso, grande sensibilitá, molta facilitá di lacrime, ma superficiale sensibilitá, che poteva increspare, non turbare il suo mondo sereno. Non si può dir che la sua sensibilitá fosse malinconia, la quale richiede una certa durata e consistenza; era emozione nata da subitanei moti interni, e che passava con la stessa facilitá che veniva. Questo difetto di analisi e di profonditá nel sentimento manteneva al suo mondo il carattere idil-