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una forza di espansione, che si comunicava a tutto, dava impulso a tutti. Non gli bastava fare il suo dovere, voleva farlo mettendoci dentro tutta la sua vita, consumandovi tutta la sua forza. Questo era quello ch’egli chiamava la febbre del ben comparire.

I discorsi annuali di apertura diventano per il magistrato un esercizio abituale di dottrina, e a lui toccò di farne parecchi. Ma ciascuna volta era come la prima volta e gli metteva in tumulto tutta l’esistenza. Giorni di martirio coronati dal trionfo. Perché a lui non bastava il successo, voleva il trionfo. Un suo discorso doveva essere un avvenimento, con effetto eguale alla intensitá e potenza di volontá che ci aveva messo dentro. Chi tenesse conto di tutte le emozioni e le ansietá di quei giorni, potrebbe dire che in ciascuno di quei trionfi egli lasciava una parte della sua vita. Pure quali magnifici trionfi! Vid’io vecchi senatori fuori di sé, quando tuonava contro Persano, e dicevano: mai non s’è visto tanto entusiasmo. Ma l’entusiasmo abbrevia la vita, e quel discorso fu piú micidiale a lui che a Persano. Costui vive ancora.

Si capisce dunque perché quel suo scrivere era sempre animato. Gli è che c’era colá dentro non solo tutta la serietá dell’ingegno, ma tutta la potenza dell’affetto, o per dir meglio, il cuore era parte del suo ingegno, e lo scaldava, gli dava l’anima. Perciò il suo discorso commoveva. Giá a sentirglielo dire con quella voce concitata, con quell’accento vibrato, eri commosso e non sapevi ancora di che. Quell’uomo li non ti permetteva l’indifferenza e non la distrazione, e ti comandava, e ti tirava, s’impossessava di te. Quel calore che metteva nelle sue azioni, metteva nelle sue parole, e ti faceva venire la sua febbre, o parlasse a Maria, la figliuola di Scialoja, o alle fanciulle de’ Miracoli, o al Consiglio Comunale, o a Magistrati e Avvocati.

L’ultimo suo discorso fu il canto del cigno. In un paese dove non è ben chiara la linea che separa la mediocritá dall’ingegno, e dove la maggior trafittura è di veder gli stessi applausi e le stesse lodi che a te largite ad uomini su cui ti senti si alto, avvenne quel di qualcosa d’insolito. L’aspettazione era