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24 la poesia cavalleresca

pianta, infastidito, la Corte. Ma Rinaldo e Ulivieri liberano Ricciardetto, suonano i Maganzesi, fugano Carlo: e Rinaldo si fa coronare imperatore in Parigi. Ma, non avendosi notizie di Orlando, Rinaldo, nato non per essere imperatore ma cavaliere errante, richiama Carlo e parte. L’azione ricomincia quale era al principio.

Orlando era capitato in Persia e sarebbe stato ucciso se la figlia del re non si fosse innamorata di lui. Rinaldo s’innamora in Ispagna di Luciana. Orlando e Rinaldo, dopo aver combattuto, si riconoscono, uccidono il re e battezzano la Persia.

Qui il poema sarebbe ancor terminato. Ma Gano dice: — Nossignore, non è finito ancora; avete da fare i conti con me — . Induce con lettere il re di Babilonia a mandar Antea sua figlia a conquistar la Persia. Questa fa prigioni Ricciardetto e Ulivieri, e duella con Rinaldo, il quale, innamoratosene, combatte ad armi cortesi. Antea, per consiglio di Gano, parte nottetempo co’ due prigionieri. I paladini, volendo inseguirla, si separano e si smarriscono in un bosco. Rinaldo s’addormenta e gli vien rubato il cavallo; ma, giunto a Babilonia, informa Antea della sua venuta, ed è accolto nella Corte. Ma Gano pensa, pensa e gli venne fatto un capolavoro. Con una lettera al re di Babilonia l’induce ad impiccare i due prigionieri; con un’altra ad Antea, ad assalire Montalbano, ed a spedire Rinaldo con il veglio della Montagna. Il veglio della Montagna si converte e stringe amicizia con Rinaldo. Antea prende Montalbano; ma, saputo che Gano è un traditore, lo ficca in prigione. Orlando e Morgante entrano in Babilonia, Morgante con una battagliata abbatte la torre maggiore; liberano i prigioni, uccidono il re, battezzano gli abitanti. Rinaldo ed Orlando ottengono la libertà di Gano, il quale scrive al re Calavrione, parente del veglio della Montagna, e ad Antea, ricordando loro come il parente dell’uno ed il padre dell’altro fossero stati uccisi dai cristiani. Vengono a Parigi; si guerreggia; poi finalmente, venendo loro provato in un convito che i due erano stati uccisi lealmente, se ne partono colle pive in sacco e con le mosche in mano. Ulivieri dà uno schiaffo a Gano, che va in Ispagna e spinge Marsilio a venir in Francia; la retroguardia