Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/307

Da Wikisource.
302 pagine sparse


Or questo è il bisogno piú vivamente sentito in Napoli: avere una Societá dove sia rappresentata tutta la cultura e l’intelligenza napolitana, e in legame con Societá simili italiane, e in parentela intellettuale con l’Europa. Fra noi c’è troppa dispersione di forze, e perciò nessuna forza; siamo atomi che dobbiamo uscire dal nostro isolamento, e divenire una forza collettiva. Cosi solo vi sará una cultura e una intelligenza napolitana, e si potrá far valere.

A questa istituzione non mancherá di certo il concorso del Governo e delle Autoritá locali, come non è mancato negli altri centri della cultura nazionale.

Napoli può dare un numero grandissimo di soci, e può essa sola risolvere il problema di ottenere i maggiori effetti col miglior mercato. Gli studenti possono parteciparvi con una lira al mese, e agli altri bastano tre lire mensuali, da valere la sottoscrizione degli uni e degli altri per un intero anno. Alle spese d’impianto provvederanno i soci promotori e protettori.

Abbiamo giá parecchie centinaia di sottoscritti. Quando il numero sará tale che dia ragionevole speranza di buon successo, il sottoscritto mediante avviso su’ giornali convocherá un’adunanza generale, e sentirá il dovere di spiegare piú partitamente il suo disegno.

Certo, esso è tale che, quando pure non riesca, sará lode l’averlo tentato.

* * *

Io non mi ero ingannato: ho avuto fiducia in Napoli, ed ecco Napoli come risponde. Il solo vostro concorso m’ispira le piú belle speranze per l’istituzione del nostro Circolo.

11 Circolo filologico non è cosa nuova. Si può dire che noi siamo l’ultimo paese d’Italia il quale voglia istituirlo, perché esso giá funziona e prospera ne’ centri piú vivi della coltura italiana.

Dopo che i primi Circoli furono costituiti a questo modo, si trovò l’idea corrispondente a’ bisogni: quando un’istituzione è indovinata, si allarga e prospera in breve tempo. Allora se ne