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IL CIRCOLO FILOLOGICO DI NAPOLI


Alcuni bravi giovani ed egregi uomini di lettere si proposero di fondare un circolo, a cui diedero il bel nome di «Salvator Rosa», a fine di promuovere e incoraggiare le lettere, com’è detto nello statuto. Il sottoscritto, che essi con consenso unanime si elessero a presidente, pigliando occasione da quell’articolo dello statuto, e volendo ridurre in forma concreta quelle troppo vaghe espressioni, propose ai soci che si facessero promotori di un Circolo filologico, parendogli questo il modo piú acconcio a raggiungere quello scopo. La proposta fu approvata da tutti; e tutti promisero la loro cooperazione.

Ed ora non resta al sottoscritto che dichiarare brevemente il suo concetto.

Il Circolo filologico non è cosa nuova, di cui non si sia fatta ancora esperienza. Fiorisce in Torino, in Milano, in Genova, in Firenze, in Roma, in Palermo, con sezioni in alcuni anche per le signore. La sua base è lo studio delle lingue moderne, istrumenti necessari per entrare in comunione intellettuale con l’Europa civile. Vi si studiano riviste scientifiche e letterarie nelle diverse lingue, e le pubblicazioni piú recenti e piú importanti. Vi si tengono letture e conferenze. E vi si possono aprire sezioni nei diversi rami della cultura, come per artisti e per letterati, e per i cultori della economia, della storia, dell’arte drammatica. Pare al sottoscritto che questa istituzione offra una base abbastanza larga, perché possano unirsi tutti gli uomini colti, qualunque sia la materia dei loro studi.