Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/329

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Riassumendo, il Darwinismo ci ha dato nella vita e nell’arte il senso della forza, la pacatezza dell’immaginazione, la serenitá del sentimento, l’autonomia della vita, l’impersonalitá dell’artista.

Ma tutti questi vantaggi sono piú un presagio, una promessa per l’avvenire, che un benefizio del presente. Oggi la dottrina darviniana è nel suo stato di reazione e quindi di esagerazione. Lo stesso Darwin, cosí acuto nel notare le somiglianze fra l’uomo e l’animale, sorvola sulle differenze e le attenua. Cosi a lui è accaduto l’opposto di Hegel: Hegel, per schiantare lo scetticismo, inventò la filosofia dell’assoluto e umanizzò altamente la materia; Darwin, per nobilitare l’uomo, lo fa discendere sino all’animalitá.

È la evoluzione in senso inverso; cosí una quantitá di scienziati imberbi e d’artisti ostinati profittano dell’esagerazione della dottrina per inneggiare all’animalitá, per occuparsi solo di essa, per dichiarare la virtú una malattia e il genio un’allucinazione. Ripeto, è questa una tendenza transitoria. Sta a noi, sta a voi, porre freno a quest’influenza esagerata, studiando le differenze tra l’uomo e l’animale, quello ch’egli ha di proprio, di personale. Solo cosí’ il Darwinismo può fruttare nell’avvenire, all’arte e alla vita. Di che vi dirò nella prossima conferenza.