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il darwinismo nella vita e nell’arte 323

fissa e cristallizzata, la vita immobile può avere scopo educativo o commerciale, ma non è arte, è fotografia, è industria. E la continuitá significa anche il distacco dell’artista: poiché egli non deve permettersi d’interrompere il movimento della vita con la propria personalitá, con riflessioni soggettive, lamentazioni, esclamazioni, digressioni. La personalitá deH’artista rappresenta la violazione della vita: essa è unica ed egli la frantuma. Sicché un grande principio viene a stabilirsi: autonomia della vita di fronte all’artista.

Ed è cogliere la vita nel suo movimento, osservare tutte le gradazioni di origine, di temperamento, di organismo, di condizioni speciali, cogliere tutto questo che si chiama anche ambiente e che dá origine ad una nuova forma d’arte, chiamata con una parola vecchia: il descrittivo. Trenta anni or sono, il descrittivo era un lusso, un accompagnamento superfluo, che stava di per sé, non avendo relazione con la vita: ora è tutto, è origine, è causa, è conseguenza, è influenza. La vita non è piú effetto del caso. Nuovo elemento dell’arte, è la fatalitá della vita. Tutto questo trasforma i nostri sentimenti. Noi non possiamo piú con Leopardi gridare:

O natura, o natura,
Perché non rendi poi
Quel che prometti allor?...
Noi ci siamo riconciliati con la vita, sentendola capace di miglioramento: i sentiamo riconciliati con la forza.

Non piú ci sorridono Otello, Agamennone, Fausto; ma ci attirano Egisto, Jago, Mefistofele, la massima intelligenza, la massima forza, e sia anche nella malvagitá!

Cosi l’arte moderna discende dove la veritá si manifesta piú nuda, piú chiara, senz’artificio: nelle classi popolari, ivi dove il metodo sperimentale può applicarsi piú largamente. E la lingua, lo stile acquistano a poco a poco la vivezza dialettale: vedete il progresso della lingua, da trent’anni a questa parte, come ha acquistato semplicitá, snellezza, vita!