Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/342

Da Wikisource.

recensioni e frammenti 337

travaglio di un pensiero filosofico gitta un po’ della sua freddezza sul vasto ordito, pure illuminato qua e colá da forme elette e peregrine.

     i870.

i6. - Versi di Mariannina Coffa.


L’autrice di questi versi non osò esser donna, e cullò tutta la vita ne’ sogni e ne’ desii vaghi indefiniti della prima etá. Ti giungono susurri, mormorii, melodie, e non sai onde vengono e dove vanno. Martire della sua anima rimasta vergine e quasi infantile, passò sulla terra, guardando al Cielo, dove cercava la patria sua, e dove sperava quiete. Questi versi raccolse la sua cittá natale con pietosa cura, e onorando lei onorò se stessa.

     i883.

i7. - Pensieri.


i. Una delle abitudini piú utili è di avere un giornale della vita propria, una specie d’itinerario del nostro intelletto e del nostro cuore, segnando giorno per giorno il progresso delle nostre idee e della nostra coltura, e la formazione successiva della vita morale. Questo esercizio basterebbe quasi da sé a fortificare il carattere, e a dare uno spirito di coerenza e di continuitá, in che è posta in gran parte la serietá della nostra personalitá.

     Roma, 24 giugno i873.

2. Lo stile è la fotografia dell’anima. Non mettete mai nel vostro scrivere quello che non siete risoluti a mettere nelle vostre azioni.

     Trani, 31 gennaio i883.

F. de Sanctis, La poesia cavalleresca. 22