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50 la poesia cavalleresca

vivere come filosofia o dottrina, ma come poesia cadrá nell’oblio.

Badate però ch’io non prendo la forma nel senso pedantesco, in cui è stata presa fino alla fine del secolo passato. Mi spiego. Ciò che prima colpisce è quanto è più facile a percepirsi, le parole, il periodo; a queste si attacca da prima la critica, e queste ha chiamate «forma»; e, dicendo che in essa consiste la eccellenza della poesia, ha avanzata un’opinione erronea, che ha avuto conseguenze funeste anche sopra grandi ingegni.

Vi dirò parlando d’Ariosto in che consista l’eccellenza della forma: adesso basterà darvene un’idea generale.

Se voi considerate un oggetto co’ sensi, cioè da osservatore e sperimentatore, conoscerete un fatto. Tutti veggono, pochi osservano; le facoltà date all’uomo sono inerti nella massa, e solo eminenti negli uomini d’ingegno. Se applicate di più la vostra intelligenza a quel fatto, ordinandolo, coordinandolo e subordinandolo e considerandolo come parte d’una serie di fatti sottoposti a leggi, vi solleverete dal fatto all’idea, facendo un lavoro che dipende non dai sensi ma dall’intelligenza. Se poi noi ci concentriamo nell’oggetto presentatoci, per esempio una donna, ce ne innamoriamo, volendo dipingerlo, senza accorgercene, non restiamo nella realtà pura, togliamo, aggiungiamo, abbelliamo, lo vezzeggiamo, lo accarezziamo, lo facciamo quale vorremmo che fosse. Tutti hanno fantasia, tutti pizzicano del poeta, ma pochissimi hanno avuta in alto grado questa facoltà fantastica.

Non confondete queste tre serie di fatti: appunto dal confonderli è risultato che la critica, per secoli, non ha avuta coscienza del limite della poesia.

Se osservate co’ sensi, avete il fatto; se osservate con l’intelligenza, avete l’idea; se osservate con la fantasia, avete il fantasma; l’oggetto come lo rappresenta il poeta, ha un nome distinto perché ha qualità proprie. Quando il poeta ha innanzi a sé un fantasma, questo non è l’idea pura ma l’idea dotata da lui di sentimenti e forme, corpo spiritualizzato o spirito incarnato. La forma è la trasformazione dell’idea o del concetto in carattere poetico: la creazione del fantasma.