Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/25

Da Wikisource.

critica antica e suo difetto i9


che fondata sul soprannaturale è non pertanto profondamente umana e terrena, cioè vera poesia, con la propria impronta dell’uomo e del tempo, senza la quale ella non ha la sua incarnazione perfetta.

L’umanitá parimente è nel mondo dantesco mutilata ed astratta, partita com’ella è in tre ordini artificiali, di cattivi, penitenti e buoni, ed è il terreno che fa di questi mezzi personaggi uomini vivi ed interi. Fonte inesausta di bellezze è questa onnipresenza de’ due mondi in reciprocanza di azione, che si temperano e si spiegano l’un l’altro; né mai il poeta ferma tanto il pensiero nell’uno che tosto non riporti lo ^guardo nell’altro. Alle parole di Dante Ciacco dimentica le sue pene e s’intrattiene di Firenze, e noi caduti seco nello stesso obblio assistiamo al crudele spettacolo delle discordie civili, quando il poeta ci sveglia d’un tratto e prende in mano la tromba del giudizio universale, ed all’eco fuggevole delle terrene passioni fa succedere il suono che in eterno rimbomba. Cosi lo spettacolo cominciato nell’angustia di Firenze, va a riuscire nell’immensitá, e la povera narrazione di Ciacco si trasmuta in bocca a Virgilio in una sublime rappresentazione. I due mondi si succedono, si avvicendano, s’incrociano, si penetrano. Tutto è pieno di questa unitá. Il poeta spezza la terra in frammenti e ne fabbrica i suoi mondi; talché il lettore, guardando il tutto, può ben dire: — Mi sta innanzi un mondo nuovo — ; ma, guardando qui e qua, non può fare a meno di soggiungere: — Questo è in Firenze, quest’altro è in Roma — . Nel petto de’ personaggi fervono due mondi: l’infinito è il loro presente, il terreno è il loro passato. Alla vista di Dante il terreno ricomparisce, il passato si risveglia, ma come passato, come rimembranza. La rimembranza è un sentimento duplice, è unitá risultante di un doppio elemento: è il presente ed il passato che si confondono; è il passato che si riaffaccia, ma in lontananza, fuori della scena, al cospetto dell’infinito, trasfigurato e colorato dalle impressioni presenti. Farinata, alla notizia della caduta del suo partito, rimane come immemore ed assorto; la sua anima è tutta in Firenze, quando, ad esprimere l’infinito del suo dolore, gli si affaccia di repente dinanzi il suo letto di foco: