Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/24

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i8 primo corso tenuto a torino: lez. iii


Nondimeno la Divina Commedia non è la storia intima di Dante, la rappresentazione del contrasto interiore del bene e del male, una specie di Vita nuova in piú larghe proporzioni; né l’interesse principale nasce da’ pericoli ch’egli corre e da’ mezzi coi quali li sormonta e giunge a salute. Questo elemento subbiettivo che nel Faust, fondato generalmente sullo stesso concetto, è svolto con quella pienezza che consentiva all’autore del Werther la progredita civiltá, non è accomodato né al genio dantesco né all’indole delle poesie primitive; e, se ne togli il suo incontro con Beatrice, capolavoro di sentimento e veritá drammatica, Dante non esprime quello che accade nel suo animo che simbolicamente ed estrinsecamente, come nella selva, ne’ sette peccati mortali incisi sulla sua fronte, nel riso di Beatrice, ecc. L’autore ci lascia ignorare lo stato del suo animo, l’interiore contendere, il cammino verso il bene, avviluppando nella oscuritá de’ simboli, delle immagini, de’ sogni tutt’i particolari personali. Lo scopo morale adunque, la successiva purificazione, rimane una concezione astratta; ma Dante l’avviva gittandovi entro tutto se stesso, le sue passioni, le sue credenze, le sue preoccupazioni; l’uomo terreno dá realtá, contorno, colore all’uomo morale o razionale; l’uno compie l’altro. Interprete in buona fede della giustizia, cantore della rettitudine, egli si pone in cielo per giudicare la terra, e da quell’altezza tuona e folgora con dignitá di sacerdote e con veemenza di profeta; ma sotto la dignitá del sacerdote fervono spesso le passioni dell’uomo di parte, e sotto la veemenza del profeta traspariscono le fallaci speranze del fuoruscita. Scontento di tutto e di tutti e bollente di collera per nuove ingiurie e per fallite speranze, egli è in acerba opposizione col suo tempo, ed il foco dell’ira rende terribilmente ingegnosa la sua fantasia: lo sa Bonifazio. Cosi il poeta non rimane prosaicamente rinchiuso nel concetto morale; l’orizzonte si allarga, la vita s’integra, e com’ella è nella sua unitá, coi suoi tumulti e con le sue contraddizioni, egli la porta seco nell’altro mondo. Sono le sue passioni per le quali gli vien fatto di vincere in parte quello indirizzo allegorico e dottrinale che era il vezzo de’ suoi tempi, dandoci una poesia,