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30 primo corso tenuto a torino: lez. v


sua condizione negli esseri viventi, altra nella scienza, altra nell’arte. Nella vita reale il concetto è manchevole, e talora rimane mutilato e quasi perduto in mezzo all’accidente; nella scienza esso è pensiero puro, estrinseco ed astratto: e la critica ordinaria non esce da questo doppio presupposto, ed ora empiricamente rimane nel cerchio del puro fatto, ora pone come fondamento di poesia una vacua generalitá, una massima morale, un vero religioso e politico. Ragioneremo a suo luogo della scuola empirica, per la quale il concetto è una lettera morta: toccheremo ora dell’opinione di quelli i quali confondono il concetto poetico col razionale, e, tenendo poco conto di ciò che essi chiamano superficiale bellezza, pongono l’importanza capitale di una poesia nei veri di cui ci è maestra. Il pensiero non si presenta dapprima nella sua generalitá; il mondo non comincia con la scienza. Solo dopo lungo tempo il pensiero si disviluppa dalla scorza, e voi lo trovate nei primi tempi involuto ed inscio di sé nell’istinto, nel sentimento, nell’immagine, nell’azione. L’umanitá è come l’anima: ella pensa sempre; ma ora pensa adorando, ora immaginando, ora operando. Vi è un primo stadio, in cui non si ha ancora né scienza né poesia né pensiero puro né pura immagine; i due termini rimangono l’uno estraneo all’altro, amendue astratti: è il tempo del simbolo, dell’allegoria, della personificazione e spesso del quantitativo e del meccanico; quindi del gigantesco, del mostruoso e dell’enigmatico. E il naturale accozzato con l’animale, l’animale con l’umano; la natura cessa di essere una cosa viva e diviene un segno, una lettera, una cifra. Il leone non è piú un essere vivente; voi me lo spogliate delle sue qualitá e non gli lasciate che quella sola che fa al vostro scopo; indi me lo unite col tale altro animale, che mi avete ugualmente mutilato, e da questa congiunzione meccanica nasce una forma mostruosa avente il suo significato in un fuori di sé, in un sottinteso, in ciò che mi chiamate concetto. E poiché quella forma può ancora avere altre qualitá, e perciò altri significati, spenta la tradizione, perduta la memoria del significato arbitrario datole in prima, che cosa rimane? La forma è un mostro, il pensiero è un’incognita: la