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torinesi, come in quelle di Zurigo (anche di queste ultime ho corretto gli errori evidenti1) ho seguito i criteri precisati dal Russo nella Nota ai Saggi critici.
Quando poi le citazioni dei versi della Divina Commedia sono nei manoscritti appena abbozzate, le ho completate, chiudendo in parentesi quadre le aggiunte, secondo il testo critico della «Societá Dantesca Italiana» riveduto, col commento scartazziniano, dal Vandelli (Hoepli, i929). Lo stesso testo ho seguito correggendo in questa Nota i versi, che si leggono alterati nei manoscritti o per fallo dei trascrittori, o per fallo della memoria del De Sanctis.
Perché infine il lettore possa rendersi conto di ciò che vi è di nuovo nelle lezioni e di ciò che è passato, piú o meno integralmente, nella Storia della letteratura italiana e nei Saggi critici del De Sanctis, indico qui appresso le pagine di queste opere nelle edizioni Laterza.
Quanto ai due frammenti di critica all’estetica hegeliana e a quella dello Schopenhauer, riportati in appendice, li ho rivisti sui mss. (Bibl. Naz. di Napoli, XVI. C. 36), correggendo alcune sviste, omissioni, o modificazioni del Croce, di cui dò notizia anche qui appresso, e restituendo l’interpunzione, dal Croce largamente mutata. Ma di queste ultime mutazioni non mi è parso necessario dare l’esemplificazione.
CORSI TENUTI A TORINO
Lez. I, — Cfr. St. d. lett. it., a cura del Croce, pp. i02, i03-4, e qualche frase a p. i69.
P. 3, r. 2. Sulle bozze di stampa il Laurini corresse e poi cancellò: «concepita»; e cosí alla r. i7, davanti a «coltello» aggiunse e poi cancellò: «minuto».
P. 5, r. i7. Nelle bozze manca: «vedono».
- ↑ Ess.: nella lez. IX sul Purgatorio (p. 278, r. 26): «un semplice eco»; nella lez. I sul Paradiso (p. 284, r. 1): «al che» per «il che»; nella lez. III (p. 288, r. 24): «dell’orologgio»; nella lez. V (p. 293. r. 9): «di bango in bango»; nella lez. IX (p. 300, r. 3 ): «oh sanguis»; nella lez. XII (p. 307, r. i0): «di poi» per «di pochi». Frequentissimo poi l’apostrofo dopo un maschile).