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vittoria del genio sulla critica 39


Il critico distingue qui la sentenza letterale e fittizia dall’allegorica e vera, com’egli dice. Cominciando dalla letterale, ragiona distesamente del terzo cielo e di coloro che ne sono motori ed a’ quali egli parla. Ma allegoricamente il cielo è la scienza, i cieli sono le particolari scienze, il terzo cielo o il cielo di Venere è la Rettorica, le intelligenze motrici sono Boezio e Tullio, che destarono nel poeta l’amore della filosofia, infiammandolo coi raggi della loro stella, cioè con lo splendore delle loro scritture. E togliendo da ciò occasione, il poeta ci dichiara il senso allegorico de’ pianeti e delle stelle. A’ sette pianeti rispondono, secondo lui, le sette scienze del Trivio e del Quadrivio, Grammatica, Dialettica, Rettorica, Aritmetica, Musica, Geometria, Astrologia; all’ottava spera, cioè alla stellata, risponde la Fisica e la Metafisica, alla nona la Scienza morale ed al cielo quieto la Teologia. Ma ciò che dee fare piú maraviglia è il vedere le strane similitudini ch’egli trova tra la figura e il figurato. E, per esempio, la luna si somiglia con la Grammatica; «che se la luna si guarda bene, due cose si veggono in essa proprie...: l’una si è l’ombra che è in essa, la quale non è altro che raritá del suo corpo, a cui non possono terminare i raggi del sole e ripercuotersi cosí come nelle altre parti; l’altra si è la variazione della sua luminositá, che ora luce da un lato, e ora luce dall’altro, secondo che il sole la vede. E queste due proprietá ha la Grammatica; ché, per la sua infinitade, li raggi della ragione in essa non si terminano in parte, spezialmente delli vocaboli: e luce or di qua or di lá, in tanto quanto certi vocaboli, certe declinazioni, certe costruzioni sono in uso che giá non furono, e molte giá furono che non saranno». E parimente «il cielo di Venere si può comparare alla Rettorica per due proprietá: l’una si è la chiarezza del suo aspetto..., l’altra si è la sua apparenza, or da mane, or da sera. E queste due proprietá sono nella Rettorica; ché la Rettorica è soavissima di tutte l’altre scienze... Appare da mane, quando dinanzi al viso dell’uditore il rettorico parla: appare da sera, cioè retro, quando la lettera per la parte remota si parla per lo rettorico». Che cosa ve ne pare? E chi, se egli non ce Io avesse detto, avrebbe