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Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/84

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78 primo corso tenuto a torino: lez. xi


che gli concedesse di mettersi dirimpetto al suo libro e d’interrogarlo. Fu uno spirito dommatico per eccellenza; tutto era Bibbia per lui. La scienza di allora gli parve l’ultimo motto delle cose, e pose il suo studio meno in esaminare che imparare. Accolse con perfetta credulitá i fatti piú assurdi, e gran parte degli errori e de’ pregiudizi di quel tempo. Segui l’indirizzo comune. La scienza era ancora un mondo nuovo, non del tutto scoperto; l’antichitá si levava appena sull’orizzonte; e gli spiriti intendevano piú a raccogliere, che a discernere. Era il tempo dell’ammirazione. Rimanevano prostrati innanzi a’ grandi nomi, ed accoglievano con aviditá qualunque opinione, a cui potessero attribuire una illustre prosapia. Con che ingenua riverenza Dante cita Cicerone e Boezio, messi del pari! Nel suo repertorio trovate con eguale autoritá l’Etica e la Bibbia, Aristotile e san Tommaso. Cosi a poco a poco si formò un cumolo d’idee attinte da varie fonti; con quanta concordia, nessuno se ne dava pensiero, non vi si guardava tanto pel sottile. Bastava a’ piú una sintesi provvisoria nella quale entravano fatti diversi e contrarii. Ma non se ne contentavano i grandi pensatori, i quali, gittando uno sguardo acuto in quella confusa congerie, si studiarono alcuni di porre d’accordo filosofia e domma, altri di farne sentire il contrasto. Dante appartiene alla prima scuola, alla scuola di san Tommaso. Ma è difficile trovare in lui qualche cosa di originale e di proprio, che gli assegni un luogo tra’ filosofi. Per lui è un sottinteso che i grandi filosofi dell’antichitá sieno d’accordo con la fede, ed il loro torto è non in quello che hanno veduto, ma in quello che non hanno veduto; la rivelazione non corregge, ma compie la visione. Né so, dove Kannegiesser, Witte, «Wegele hanno trovato che Dante, smarrita la fede per il soverchio amore della filosofia e caduto nel vuoto dello scetticismo, abbia nel suo viaggio allegorico voluto esprimere la sua guarigione, il suo ritorno alla fede».