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94 | saggi critici |
insieme serrati e barcollando; questa immagine può esser propria ancora di tre ubbriachi: il suo senso dee essere determinato da altre immagini; che cosa l’immaginazione pone avanti a Prati?
Uscirò i tre coll’Omicidio impresso Negli orribili volti. Insiem serrati Barcollando fuggian. Li sospingeva Di Caino lo spettro, e a’ fianchi loro La Demenza e la Morte. |
Tutto questo manca di semplicitá; non è robustezza, ma un corpo gonfio per malattia di languore: vi è ariditá al di sotto. La Demenza e la Morte e l’Omicidio sono freddure allegoriche, che valgono assai meno che un gesto, un semplice gesto dell’omicida. Altrove dice il poeta:
. . . . . . . . . . I bronzi sacri Martellarono a morto; e pel sonoro Etra parea ridimandar l’antica Voce di Dio: — Del tuo fratei che hai fatto? — |
Questa immagine è bellissima, ma qui è fuor di luogo: e se il poeta se ne fosse valso a rappresentarci il primo terrore de’ tre giusti bagnati di sangue umano, che fuggendo sembra ascoltino la voce di Dio domandare: — Che avete fatto del vostro fratello? — , sarebbe stato ciò ben piú efficace, che non la Demenza e la Morte e lo spettro di Caino e «l’Omicidio impresso sugli orribili volti». Di questo genere è pure:
. . . . . . . . Ma negli atri oscuri Gli aspettava il Silenzio; e per le scale La feral Solitudine; e ne’ chiusi Penetrali il Furor. |
Questo studio di esprimersi con forza senza avere innanzi a sé immagini distinte è quello che di cesi la «maniera» di Prati, e