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«giornale di un viaggio nella svizzera» 245


Raffreddata la prima impressione ed esausta la materia, i Viaggi diventano una mera forma letteraria: cioè a dire, un semplice mezzo, con un altro scopo ed un altro contenuto. Lo scopo non è piú il viaggio; ma l’espressione di certe idee e sentimenti, fatta piú agevole, con questo mezzo. In effetti, quando la scienza scende dalle sue altezze, e tende a volgarizzarsi, a farsi accessibile al maggior numero, ricorre a certe forme letterarie, per esempio, alla lettera, al dialogo, al viaggio. Nel qual caso, questi generi perdono la loro personalitá e diventano puri mezzi. I Viaggi possono condurre a questo scopo assai comodamente, poiché, non essendoci alcun legame che vincoli lo scrittore, può egli, a sbalzi ed alla libera, trovare occasione di esprimere i suoi pensieri. Il mutamento di scopo porta seco il mutamento di contenuto, raccogliendosi l’attenzione, non piú sulle cittá e luoghi visitati, ma sulle osservazioni e le idee dello scrittore. Di tal genere è il Viaggio di Anacarsi e il Viaggio di Platone in Italia. E, per parlare di quest’ultimo che, quantunque lavoro italiano, è meno noto, l’autore ha immaginato un viaggio di Platone per avere occasione di ragionare, in una forma piacevole e popolare, delle antichitá italiane.

Il Viaggio, come forma letteraria, può servire a qualunque scopo ed avere qualunque contenuto; è cera, che può ricevere ogni specie d’impressione; marmo che può configurarsi secondo il capriccio dello scultore. È difficile trovare una forma piú libera, piú pieghevole al vostro volere. Passate da una cittá in un’altra: nessun limite trovate al vostro pensiero. Potete incontrarvi con gli uomini che vi piace; immaginare ogni specie d’accidenti; saltare, dalla natura a’ costumi, da’ costumi all’anima; visitare, qua e colá, come vi torna meglio; rinchiudervi, tutto solo, nella vostra stanza, e fantasticare, filosofare, poetare, mescere, a vostro grado, sogni, ghiribizzi e ragionamenti, dialoghi e soliloquii, visioni e racconti. Se voi vi proponete uno scopo particolare, questo v’impone il tal contenuto, il tale ordine, la tal proporzione: insomma v’impone un limite che non procede dal mezzo liberissimo di cui vi valete,