Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/252

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246 saggi critici

ma dal fine che avete in mente. Tale è, ancora, il Viaggio di Childe Harold.

Ebbene! Vi sono stati degli scrittori moderni, che hanno preso per limite l’illimitato, cioè a dire, hanno scritto Viaggi, senza né uno scopo, né un contenuto. Non ci è gente, che viaggia alla spensierata, ora guardando, ora cicalando, ora spropositando, vuota di ogni pensiero serio, camminando per camminare? Fate conto, che ci sieno scrittori di questa risma, che descrivono, chiacchierano, cacciano fuori tutto ciò che loro frulla pel capo, a proposito ed a sproposito. Per giustificare questa maniera di scrivere, essi dicono che sono «umoristi»; e si valgono della parola «umore» come di un comodo passaporto alle loro insipidezze. Saltar di palo in frasca, fare a pugni colla logica e col buon senso, finire un racconto comico con un doloroso «ohimè!», fare il sentimentale, per riuscire in una grossa risata; cominciare colla filosofia e finire co’ poponi ed i cavoli: questo chiamano «umore»! Il buon Orazio osservava: «Se vedeste una donna, che andasse a finire in un pesce, ‘risum teneatis amici?’».

— Zitto lá, vi rispondono costoro; a’ tempi di Orazio, non si conosceva l’«umore».—

Ma Heine! Eh! mio Dio! Voi fate, come gli scolaretti, che credono d’imitare Cicerone, rubandogli le sue frasi e cucendole, in certi periodoni, che ti fanno venire l’asma; ed aggirandole in certe trasposizioni, che ti fanno perdere il bandolo. Quando la parola diventò, in Atene, mezzo potentissimo di fortuna, sorsero i sofisti e apersero scuole di eloquenza. Volete voi pensare come Pericle? Imparate i luoghi topici. Volete esprimervi come Pericle? Imparate i tropi e le figure. Volete commuovere come Pericle? Eccovi le fonti del patetico. Onde, nacque una retorica, che, con vergogna di questo secolo, s’insegna, ancora, in molte scuole. Vi è, in ogni scrittore, la parte esterna e meccanica, che si può imitare. Quando ero giovinetto, mi domandavo spesso: — Perché il Petrarca è si grande? Ho imparato a far versi: se io giungerò ad imparare tutt’i suoi piú belli modi dire, non potrò io scrivere come il Petrarca?