Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/279

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lavori da scuola 273

malizia non permetteva di credere che la malignitá facesse imbruttire, a questo non rispondeva niente, ma per i rimproveri fattile aveva sempre a mano delle scuse da mettere avanti, ed aveva tanta grazia nel dirle, che il buon genitore guardava Lisa, e si stringeva nelle spalle, dicendosi: — Se séguita cosí, non so cosa faremo di questa cattivella — .

Amalia non era bella della persona, ma di tanto piú buona e studiosa; e bastava che la madre le dicesse: — Questo non istá bene — , ed ella smetteva subito; sicché era voluta bene da tutti. Lisa sentiva una certa invidietta contro la sorella, e, per isfogare la sua stizza, la strapazzava e le faceva dispetti a piú non posso. Molto si affaticava la madre ad emendare la cattiva natura di Lisa, ma tutto era indarno. Se la sgridava, diveniva rossa, piangeva, chiedeva perdono, prometteva, ma poi piú facilmente dimenticava.

Un giorno la madre comprò due scatolette, una dorata e l’altra di rozzo legno. Lisa, vedendo i due balocchi, battendo le manine, si precipitò verso il piú bello, gridando: — A me, a me, quello: oh! la bella scatola! la voglio per me; dámmela presto — ; e tripudiava dalla contentezza. La madre gliela diede, e porse l’altra ad Amalia, che anch’essa, tutta lieta del dono, saltellava per la camera. La madre se ne andò, e le due sorelle volgevano e rivolgevano fra le manine la loro scatoletta. Lisa, — la voglio far vedere alle mie compagne, diceva; esse non hanno mai avuto una sí bella scatola, e si che avranno la rabbia, ed io ci avrò gusto. Guarda, com’è bella! è d’oro, sai!— ; e cantarellando ripeteva: — Una scatola d’oro! ah che piacere! — .

Amalia guardava la sua ch’era di legno, ed abbassava il capo, ma il suo coricino non era capace d’invidia, e tosto si rasserenava e diceva: — Anche la mia è bella, veh!, quantunque non sia rilucente come la tua — . E Lisa rispondeva: — Si, ma la mia è piú bella — ; e metteva la sua scatola vicino a quella della sorella, come per fare spiccar meglio la differenza. Amalia, che, quantunque buona, sentiva nel cuor suo per la differenza della scatola qualche cosa che si approssimava ad un certo dispettuzzo, disse: — Guardiamo che cosa c’è dentro? — Guardiamo, — rispose l’altra; e si misero ambedue ad aprire. Amalia, battendo le mani per la non dispiacevole sorpresa, gridò: — Guarda, guarda che bei confetti! — . Lisa guardò nella sua, ma vi trovò dei cannelli di brace. Dapprima non arrivava a capire che cosa erano; li guardò ben bene, e non