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lavori da scuola 275

descrizioni: tutto sgorga dall’intimo del soggetto con un ordine e una misura poco comuni in questa etá. Tutto vi si muove, tutto vi è disegnato con sicura mano; l’inconscia autrice ha avuto innanzi vivi, mobili, parlanti i personaggi; spesso un epiteto, un gesto, una parola è tutto un ritratto. Che differenza tra quel padre e quella madre! sono due personalitá compiute. E come Lisa li ha ben capiti, la bricconcella! Si burla del padre con la maggior grazia del mondo: della madre sta in soggezione. Quanta malizia in questa fanciulla! e quanta grazia in questa malizia! Il suo carattere è cosí ben graduato, che fa presupporre nell’autrice un talento notabile di osservazione. E queste gradazioni non risultano giá da osservazioni, ma dai gesti, dalle parole, da molti particolari, che sfuggono agli osservatori superficiali. Vi si scorge una certa imitazione del Manzoni, non però nelle parole e nelle frasi. È una imitazione spontanea, di cui ella stessa non ha coscienza, avendo soprattutto saputo far sua quell’ironia amabile, che tanto diletta ne’ Promessi sposi, che solletica, non punge.

L’uffizio della letteratura non è da alcuni ben compreso. Essa non insegna solo a scrivere correttamente, ma deve educare l’anima. Se il ladro ruba, non è perché ignori che sia illecito il rubare, ma perché ha il cuore guasto. Che giovano i precetti morali astratti, quando il vostro cuore è arido? Cominciate dall’educare il cuore. Molto si fa per l’istruzione del popolo, poco per la sua educazione: il simile dirò delle scuole. E quest’uffizio educativo si appartiene alle lettere.

— Ma che andate cianciando voi?, mi diranno alcuni padri e madri. Mio figlio? Che sappia scrivere da farsi capire, con tutti gli accenti e le virgole; e sono contento. Mia figlia? Che mi sappia fare una buona letterona per il capo d’anno o pel giorno del mio nome, con tutte le cerimonie e le gentilezze d’uso: contentissimo. Perdere il tempo appresso ad Amalia e Lisa! Che cosa ci si impara? Leggere i Promessi sposi! Che cosa ci s’impara? Sono storie di mia nonna, favole e bugie. Vogliamo un’istruzione solida, qualche cosa che si tocca con mano; un