Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/310

Da Wikisource.

[ 24 ]

«CLELIA O LA PLUTOMANIA»

Commedia in tre atti dell’attore G. Gattinelli.


Finora dei lavori drammatici pel concorso del 1856 non è stato rappresentato, nel teatro Carignano, che una commedia del Gattinelli, intitolata: Clelia o la Plutomania.

Vittorio e Clelia si sposano contro il volere de’ loro genitori. Dopo alcun tempo, Clelia, resa giá madre, è abbandonata dal marito, che si dá a vita licenziosa e dissipata, ed è scacciato dalla casa paterna. La giovane, preso il nome della madre e spacciatasi per vedova, facendo lezioni di musica, provvede alla propria ed alla educazione della figliuola; sicché, in poco tempo, di rozza ed incolta che era, diviene una compitissima signora. Accolta in casa del suocero, come maestra, e saputolo innamorato di sé, maneggiasi cosí destramente, che corregge il marito e lo riconcilia col padre.

A quest’azione se ne annoda un’altra. Il suocero, Maurizio Arpioni, è un plutomaniaco, un giuocatore alla Borsa. Mosso da sete di guadagno, cumula speculazioni sopra speculazioni, e, quando crede di aver rovinato il suo concorrente, Andrea Casani, si trova di aver rovinato il proprio figlio. Clelia, che è il «Deus ex machina» di questa commedia, si vale del potere che ha sul suo cuore per emendarlo.

Quasi queste due azioni non bastino, l’autore ve ne aggiunge alcune altre accessorie: l’amore tra Agata e Luigi Ar-