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«l’ebreo di verona» del padre bresciani 65

la nuda azione diletta, quando lo scrittore sappia immaginare un intrigo, e destare la curiositá e tenere in sospensione i leggitori e rappresentare con vivace rapiditá il tumultuoso avvicendarsi de’ casi umani. È un dramma ad uso della plebe, ma pure è un dramma; è un ballo mimico di cui non si comprende un’acca, ma che pur tira a sé gli sguardi di tutti. Questo libro al contrario è noiosissimo a leggere, e ci è stata mestieri tutta la mia buona volontá per tirar giú insino alla fine. L’azione spesso piú narrata che rappresentata, cronologicamente esposta senza alcun nesso interiore, aggirantesi intorno ad un centro artifiziale, intorno ad un personaggio, la cui importanza è nulla per rispetto ai grandi avvenimenti in mezzo a’ quali sparisce: l’azione è qui affatto secondaria, ed il Bresciani ci presenta gli attori per avere occasione di mostrarci le scene. Pio IX si affaccia al balcone della reggia di Portici, perché il Bresciani ci possa descrivere le bellezze del golfo di Napoli. Pio IX fa una cavalcata alla Basilica Lateranense, perché il Bresciani ci possa far vedere «la squadra dei dragoni a cavallo», «i trombetti degli Svizzeri», i camerieri d’onore, i camerieri ecclesiastici, i collegi dei prelati, i cappellani e chierici di camera. E i dragoni ci stanno per farci vedere il berrettone e i guanti e gli stivali, e ci stanno i camerieri perché noi vedessimo le «belle guarnacchette» e le falde e i calzoni e i calzarmi, e ci stanno i camerieri ecclesiastici per la loro cappa magna e i «cappuccini» e i «cavalli» di rosso fiammante, ed i prelati ci stanno in grazia de’ loro paludamenti paonazzi, e ci stanno i vescovi per mostrarci il cappello verde legato sotto il mento, e Pio IX ci sta per farci guardare la sua bella carrozza tirata «dá sei cavalli neri coi cavalcanti in zimarrette avvinate». — Che bella carrozza! che belli cavalli! che belle vesti! oh i belli guanti! oh le belle gualdrappe! belle quelle zimarre! bellissime quelle selle! — cosí grida la stupida plebe, quando passano processioni o mascherate, con un’ammirazione uguale pel cavallo e pel cavaliere! E se Bartolo si prende il caffè, egli è perché l’autore ci mostri in che guisa si ha a fare il caffè; e se Pio IX visita il Collegio romano, egli è per porci dinanzi il lastrico del cortile mutato in

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