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74 saggi critici

nere umano, l’antico antagonismo tra il bene ed il male risoluto in una regione superiore. La leggenda si trasforma in epopea.

Di queste diverse forme Prati ha scelto la leggenda, che è come un centro che dee attirare nella sua orbita e assimilarsi quanto nel racconto vi è di epico e di umano: la novella e l’epopea.

La leggenda è il racconto di fatti individuali spiegati con l’opera di forze soprannaturali. È un genere che sorge naturalmente in tempi che l’uomo, inconscio di sé e della natura, attribuisce tutto all’opera di esseri invisibili, de’ quali la sua fantasia popola il mondo. Nella leggenda trovi uomini vivi, spontanei, creduli, aperti a tutte le impressioni: i caratteri e le passioni appariscono nell’azione, in un motto, in un gesto, senza coscienza di sé come caratteri e passioni; tal che non sapendo spiegarsi quella forza irresistibile che li trae fatalmente all’opera, s’immaginano gli uomini di essere ammaliati ed affascinati da una forza esteriore invisibile, Venere, o il Demonio, o quale si sia il nome suo. L’interesse principale cade qui, dunque, in quello che oggi dicesi «il fantastico», e che quivi è parte di realtá. La buona fede del narratore e degli attori, una certa ingenuitá e semplicitá fanciullesca, una vivacitá di impressioni natia e non ancora contenuta o trasformata dalla riflessione o dalla consuetudine, l’evidenza e la personalitá di quelle apparizioni che si credono reali, ed i costumi, le istituzioni, le maniere, tutti gli accessorii di quel mondo primitivo concordanti con quell’appassionata ignoranza, costituiscono il fondo poetico dell’antica leggenda. Tale è la mirabile leggenda del carbonaio presso il Passavanti, dettata con una evidenza di fantasia ed un vigore di stile che ti ricorda la Divina Commedia, leggenda anch’essa, o per dir meglio, l’epopea della leggenda.

Questo genere nasce naturalmente, e naturalmente sen va. L’epopea cade nel romanzo, e la leggenda nella novella. I caratteri e le passioni, come motivi interni dell’azione, sono ora rappresentati in tutte le loro gradazioni, in tutto quell’avvicendarsi d’impulso e di resistenza, in che è posto il maggiore attrattivo di questo genere; il quale perisce per la sua propria esagerazione.