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98 saggi critici

gli affetti e le grandezze e le pompe terrene, spiritualizza, trasfigura la storia. I personaggi piú volgari, le cose piú indifferenti acquistano un significato, diventano poesia, guardate nell’altro mondo. Ciacco e Taide, perché portano il suggello dell’eternitá sulla fronte, acquistano proporzioni ideali, e ti destano sentimenti che certo non proveresti, se l’incontrassi in terra. La storia contemporanea resiste alla poesia, perché ti mostra una realtá senza ombre, con contorni fissi, ribelle alla immaginazione. Ma, collocata nell’altro mondo, la realtá ti trema innanzi, ti si trasfigura, i personaggi piú noti acquistano un’altra faccia, perché ti appariscono sul piedistallo dell’infinito. Farinata lo vedi a duemila anni di distanza, ti sembra contemporaneo di Capaneo. Il maraviglioso ti si affaccia di per sé, senza bisogno che tu lo cerchi, solo in virtú della situazione. Hai nuove attitudini, nuove sensazioni, nuove maniere di esprimerle.

Che cosa è questa poesia? È la terra guardata dall’altro mondo. Aggiungete ora: è l’altro mondo guardato dalla terra.

Invano direte al poeta: — Voi entrate in un tempio; spogliatevi delle vostre passioni, purificatevi, volgete le spalle agli interessi mondani — . Ve lo dice, ve lo ripete, ma non ne fa nulla; la terra lo insegue fin dentro nel santuario; si, fino al cospetto di Dio il suo labbro si atteggia al sarcasmo, lanciando un’ultima imprecazione a Firenze:

                                    .  .  .  era al divino dall’umano,
Ed all’eterno dal tempo venuto,
E di Fiorenza in popol giusto e sano.
                              

«Umano» e «divino», «tempo» ed «eterno»! Non gli credete, sono astrazioni della sua mente. L’«umano» persiste accanto al «divino», il «tempo» persiste accanto all’«eterno».

Come un viaggiatore che osserva remote contrade con la memoria ancor fresca della sua patria, sicché tutto in che s’incontra vede a traverso del suo paese, Dante vede l’altro mondo a traverso della terra, a traverso delle sue passioni. Cosi la vita s’integra, l’altro mondo esce dalla sua astrazione, cielo e terra