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schopenhauer e leopardi 141

ed il male è nel corpo; laddove per Schopenhauer il male è nello spirito, nel «Wille», e la materia è lo stesso «Wille» quando si degna di comparire, il suo fantasma. Ecco perché Leopardi e Schopenhauer si accordano nelle conseguenze, ponendo a principio del mondo lo stesso Potere cieco e maligno; e poco rileva che nell’uno sia una forza della materia, e nell’altro una forza che si manifesta sotto aspetto di materia: ne nasce lo stesso «ergo».

A. Capisco. Lo spiritualismo comincia ad entrarmi in sospetto. 0E Schopenhauer m’ha guastata questa bella parola. È il destino di tutte le parole che al primo entrare nel mondo sono belle e festeggiate, e poi, tira tu e tira io, si sconciano, s’invecchiano, s’imbruttiscono, fanno paura. E so molte parole che molti anni fa ti riempivano le scarselle ed ora te le vuotano. Lo spiritualismo era una delle poche parole rimase a galla in tanti naufragi; ed eccoti ora costui che me Io sconcia. E come oggi non basta piú dire: — Son liberale — ; ma hai da spiegare se la tua libertá è la vera o la falsa, quella degli onesti o quella de’ bricconi; cosí ora ci sará il vero e il falso spiritualismo. Il vero e l’onesto spiritualismo presuppone l’opposizione, la guerra accanita tra lo spirito e il corpo; dove nel falso spiritualismo spirito e materia sono fratelli cugini.

D. Anzi germani; anzi la stessa cosa sotto due diversi aspetti. Perché secondo Schopenhauer l’opposizione tra materia e anima è un antico pregiudizio filosofico, introdotto da Cartesio, e accreditato da’ ciarlatani sotto l’altro nome di natura e spirito. La sola, la vera distinzione è tra fenomeno e noumeno, o cosa in sé. Il «Wille» è il «Wille», ed il mondo è il suo fenomeno, la sua ombra, i suoi occhi. Tutto è vanitá; il «Wille», lo spirito solo, è.

A. Un’empietá sotto linguaggio cristiano. Perché qui lo spirito non è la ragione, ma il cieco appetito, origine del peccato; e lo spirito del male.

D. Precisamente. il «Wille» non solo è peccatore, ma è il solo peccatore. Tutt’i nostri peccati è lui che li fa.

A. E noi siamo impeccabili?