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158 | saggi critici |
il simile ed il diverso, e con la sua potentissima facoltá del giudizio ne sa tirare delle veritá cosí nuove, che tu ne rimani muto di maraviglia. E come si arrabatta a ficcartele in capo! Come sa maneggiarle in guisa che ciascuna prenda la forma di paradosso e alletti la tua attenzione! E se ti addormenti, è lui che ti sveglia e ti dice: — Guarda che erudizione! E ve’ questo che è un paradosso! Attendi e vedrai con quanta chiarezza ti spiegherò Kant! Sappi che io non leggo storie di filosofia, ma sempre le opere originali! e t’assicuro che penso sempre col capo mio! — .
A. È vero almeno?
D. Lasciamo da banda lo scherzo. È vero. Schopenhauer è un ingegno fuori del comune; lucido, rapido, caldo e spesso acuto; aggiungi una non ordinaria dottrina. E se non puoi approvare tutt’ i suoi giudizii, ti abbatti qua e lá in molte cose peregrine, acquisti svariate conoscenze, e passi il tempo con tuo grande diletto : ché è piacevolissimo a leggere. Leopardi ragiona col senso comune, dimostra cosí alla buona come gli viene, non pensa a fare effetto, è troppo modesto, troppo sobrio. Lo squallore della vita che volea rappresentare si riflette come in uno specchio in quella scarna prosa; il suo stile è come il suo mondo, un deserto inamabile dove invano cerchi un fiore. Schopenhauer, al contrario, quando se gli scioglie lo scilinguagnolo, non sa tenersi; è copioso, fiorito, vivace, allegro; gode annunziarti veritá amarissime, perché ci è sotto il pensiero: — La scoperta è mia — ; distrae e si distrae; e quando ragiona, ti pare alcuna volta che si trovi in una conversazione piacevole, dove, tra una tazza di thè ed un bicchier di champagne, declami sulla vanitá e la miseria della vita. Sicché leggi con piacere Schopenhauer e stimi Leopardi.
A. Capisco. Leopardi mori giovine, martire delle sue idee; Schopenhauer continua ancora a morire senza cessar di vivere.
D. Tu fai come i fanciulli, co’ quali si è fatto troppo a fidanza; ché questo è un’ insolenza bella è buona.
A. Tu vuoi il monopolio dello scherzo. Viva Schopenhauer molti e molti anni ancora, e ci regali un nuovo trattato sul