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«LUCREZIA»

di Ponsard


Ponsard è comparso sulla scena, in mezzo ad una battaglia, desideratissimo. I classici andavano cercando il loro uomo con la lanterna. S’incontrarono in Ponsard, e lo portarono in trionfo : — Voi avete Victor Hugo, noi abbiamo Ponsard — . Sicché il giovine poeta si trovò d’un salto accanto al celebre romantico, ed ebbe l’onore di essere citato e giudicato a quel ragguaglio; altezza a cui non si giunge in condizioni ordinarie, se non dopo molti lavori e lungo contendere. Quel tempo è passato, e se a Ponsard è venuto il capogiro su quella fattizia piramide, non è però precipitato infino a terra, ed ha conservato una certa riputazione, se non di gran poeta, almeno, per dirla alla francese, d’uomo di spirito. Nondimeno egli sta ancora «tra color che son sospesi», voglio dire tra l’antica e la nuova riputazione, e non è però inopportuno che un critico sincero ed onesto, sciolto da ogni consorteria, ed in giudicar d’opere d’arte con l’arte sola innanzi, si studi di assegnargli il posto che gli è debito.

Ponsard, volendo fare una tragedia classica, ha tolto un soggetto nella storia antica, accomodatissimo a quella semplicitá d’azione, a quell’unitá di tempo e di luogo che richiedevano i classici. Si sosteneva allora che una tragedia con quelle norme fosse cosa impossibile : — Ve lo farò vedere, rispose Ponsard; voi negate il moto, io cammino — . E veramente il fatto rappresentato è semplicissimo, e può aver luogo anche nelle venti-

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De Sanctis, Saggi critici.-ii