Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/187

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una «storia della letteratura» di cesare cantú i8i


Ruggiero è volubile in amore; Orlando fa da boia; Zerbino perdona la vita ad Oderico per tormentarlo ancora piú; Bradamante è vendicativa, uccide Pinabello fuggente; ella e Marfisa sono feroci e si dilettano del sangue.

«Nessuno, peggio dell’Ariosto», fu cosí «zeppo di lubriche ambiguitá e d’immagini licenziose.»

«Abbraccia, è vero, tutti gli stati e condizioni; ma perde di vista l’uomo, fallisce ed esagera il linguaggio della passione»; e non ti offre donne virtuose, ma sozze, Gabrine e Origille, o voluttuose amiche, fra le quali è da porre anche Isabella.

Però,

se pochissimo quanto a’ fatti, moltissimo inventò l’Ariosto quanto allo stile;... onde quel ritrarre cosí vivo, cosí vario, che lo renderá miniera inesausta di quadri. Ridendo con una dabbenaggine arguta, signore delle armonie, quanto il Petrarca mirabilmente versatile nell’espressione...; discernendo per istinto le eleganze dall’affettazione, il vezzo natio della lingua parlata dal ribobolo mercatino; falseggia quando tocca il figurato, ma quando procede per la piana e fuor di metafora, produce quel piacere che nasce dal conversare alla domestica con uno de’ piú begli ingegni, non d’ Italia solo, ma del mondo. È la maggior prova che i libri vivono per lo stile, e da questo il Galilei confessava aver appreso a dar chiarezza e grazia a’ suoi dettati filosofici.

Ecco in che modo il Cantú parla dell’Ariosto, e noi abbiamo voluto esporre il suo giudizio quasi con le stesse sue parole, per esser piú sicuri di renderlo con esattezza. Finisce con la seguente osservazione :

Degli ingegni... è incalcolabile la potenza; guai a chi la sconosce, peggio a chi l’abusa. L’uomo, allorché s’accinge a scrivere, tremi delle conseguenze d’ogni sua parola. A’ pensamenti del Machiavelli è debitrice Italia di lutto e d’ infamia oh quanta! Dagli scherzi dell’Ariosto che travolge le idee di virtú, che divinizza la forza, che fa delirare il raziocinio, che imbelletta il vizio e seconda gl’ istinti voluttuosi, forse la patria trasse piú mali ch’ella stessa non sospetti...