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l’«armando» di giovanni prati | 2i5 |
E non so cos’altro avrei detto, quando eccomi dirimpetto un Porzio qualunque, Porzio il filosofuncolo.
Ed ebbi torto di leggergli quello che avevo pensato e scritto.
E Porzio disse cosí:
— Il concetto di Prati l’ho capito io. Il mondo dello spirito non è malattia, è mondo bello e sano, dirimpetto al quale la vita è larva e parvenza, «pulvis et umbra». Ma in questo mondo sano si è sviluppata la malattia dell’ateismo e dello scetticismo, e questa è la malattia di Armando, questa ha voluto combattere Prati. Sono spiritualisti Armando e Prati, ma l’uno è spiritualismo vero e sano; 1’altro è spiritualismo falso e malato. Armando nega Dio, Prati rafferma. Armando è razionalismo puro, Prati è scienza armonizzata con la fede. Armando è dubbio, Prati è veritá; Armando è malattia, Prati è salute — .
— E tu sei, diss’io, Porzio. —
Non capi, e se ne andò tutto glorioso, col concetto di Prati in saccoccia.
Ti ringrazio. Prati. Tu hai resi immortali questi Porzii, che sciolgono in distinzioni filosofiche vita e poesia, mondo a loro ignoto.
Tu sai che innanzi alla poesia non c’è libertá vera o falsa: ci è la libertá.
Tu sai che innanzi alla poesia non c’è questa o quella malattia dello spirito: ci è la malattia dello spirito, la grande tragedia.
A Porzio ciò che è di Porzio. A Prati ciò che è di Prati. Prati può dire : — Un gran concetto mi ha attraversato la mente. L’ho pensato, e l’ho tentato: basta questo alla gloria di un uomo — .
E se il concetto di Porzio fosse per l’appunto il concetto di Prati?...
[Nella «Nuova Antologia» di Firenze, luglio i868.]