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— Senti un consiglio d’amico, «non te ne incaricare»: il re dice: piú asini sono loro e piú dotto sono io — . Due anni dopo lo spiritoso cappellano fu nominato vescovo.

Con questo sistema si riuscí a imbarbarire le classi inferiori; ma, quanto alla borghesia, l’effetto sorti contrario alle speranze. Riunendosi da quindici a ventimila studenti in Napoli, capitale alla francese, dove erano condensate tutte le forze intellettuali del paese, meno il governo « se ne incaricava », e piú queste forze operavano e producevano. Essendo la laurea non necessaria e non difficile ad ottenere, e gli esami punto severi, in tanto concorso e gara di gioventú si sviluppò il desiderio disinteressato della coltura, l’amore della scienza per la scienza. Le scuole private, quando son considerate come succursali o appendici delle pubbliche, o, come oggi si dice, pareggiate, ed hanno per fine le ripetizioni o la preparazione agli esami, si guastano e si corrompono. A quel tempo le scuole private erano padrone del campo, rifuggitosi lá tutto ciò che ci era di vivo e di nuovo nella coltura nazionale; i giovani accorrevano dove il livello degli studi era piú alto e i principii piú larghi, e chiamavano pedanti o empirici quelli che esponevano la scienza caso per caso, con troppo minuti particolari; a’ maestri non era lecito addormentarsi sul loro passato e ripetersi, incalzati da un’onda continua di emuli, larghi promettitori, e in mezzo a mobile gioventú, loro stipendiatrice e di non facile contentatura. Non fu raro il caso di vecchi maestri e sperimentati, rimasti sul lastrico, perché non piú «al corrente della scienza», come dicevano i giovani, giudici inesorabili e sempre giusti: cosí Fazzini si lasciò sopraffare dal Palmieri e Gigli dal Savarese. Questo amore disinteressato della coltura è il maggior titolo di gloria per una generazione, e il segno piú chiaro di ristorazione filosofica e letteraria : in Napoli la coltura divenne perfino arma politica, strumento di opposizione; vietato parlar di libertá, si parlava di civiltá di progresso. La gioventú usciva dalle scuole con la coscienza della sua superioritá sopra quelli che erano ne’ pubblici uffizi, i piú ignorantissimi, e si sentiva separata da un governo «incivile» e «oscurantista», frasi del tempo. Il