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224 saggi critici

uomo grave e compassato; ma era tutt’altro. Amenissimo, vivacissimo, pieno di motti e di lazzi alla napoletana, non insegnava, non si metteva in cattedra, conversava, raccontava spesso, si divertiva e divertiva : non ci era aria li né di scuola né di maestro: parea piuttosto un convegno di amici, un’accademia sciolta da regole e da formalitá. A’ provinciali avveniva spesso di chiamarlo maestro, e se ne turbava: voleva esser detto marchese. Per primo atto correvano a baciargli la mano, ma la ritirava vivamente e diceva: — Non si bacia la mano che al Papa — . Non volea si dicesse la scuola, ma lo «studio di Basilio Puoti», né le sue voleva si chiamassero lezioni, ma «esercitazioni». In effetti proprie e vere lezioni non erano o spiegazioni o teorie, ma esercitazioni nell’arte dello scrivere, traduzioni, componimenti, letture mescolate di aneddoti, di riflessioni, di giudizi, d’ impeti di collera, di scuse amabili, si che era un piacere a vederlo e a sentirlo; tutto ciò che scuola o maestro o studente ha di convenzionale, era scomparso, fino le proverbiali panche, sostituite da eleganti sedie. Il marchese non solo sdegnava di esser detto maestro, ma non ne aveva l’aria e le maniere : pareva piuttosto un amico maggiore di etá e di esperienza e di studi, che stava lí compagno e guida ne’ nostri lavori, e sentiva il parer nostro e ci diceva il suo, e poneva tutto in discussione, quello che diceva lui e quello che dicevamo noi. Talora avveniva che il torto l’aveva lui, e lo riconosceva di buona grazia e diceva: — Ho preso un granchio a secco — . Né questa libertá di discussione generava anarchia, essendoci differenze gerarchiche naturali, tanto piú efficaci, quanto meno imposte dai regolamenti. Il marchese era a tutti caro e rispettato, perché amava i «suoi giovani», cosí li chiamava, non studenti, né discepoli, ed era il loro protettore, il loro padre. Ci erano attorno a lui un gruppo di veterani, giovani stati lí da cinque o sei anni, e che il marchese scherzando chiamava gli a «Anziani di Santa Zita». Il loro giudizio era molto autorevole, e quando parlava l’un di essi si faceva silenzio, l’irrequieto marchese per il primo, e si stava a bocca aperta. Ci erano anche gli «Eletti», giovani che occupavano un posto